La pianificazione urbanistica comunale, pur rientrando nel nucleo di funzioni amministrative intimamente connesse al riconoscimento del principio dell'autonomia comunale, può essere disciplinata dalla legge regionale in nome della verifica e della protezione di concorrenti interessi generali collegati a una valutazione più ampia delle esigenze diffuse sul territorio. Il legislatore regionale può pertanto introdurre limiti e vincoli alla pianificazione urbanistica locale, purché ciò avvenga nel rispetto del principio di proporzionalità, valutando in concreto l'esistenza di esigenze generali che possano ragionevolmente giustificare le disposizioni legislative limitative delle funzioni già assegnate agli enti locali. In tale contesto, la normativa regionale in materia di contenimento del consumo di suolo, che individua la risorsa suolo come bene comune di fondamentale importanza per la qualità della vita delle generazioni attuali e future, per la salvaguardia della salute, per l'equilibrio ambientale e per la tutela degli ecosistemi naturali, nonché per la produzione agricola, rientra nell'ambito del legittimo esercizio della competenza regionale e non determina una sproporzionata compressione delle potestà pianificatorie comunali, in quanto la perimetrazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, da ultimo rimessa alla potestà comunale, consente di bilanciare adeguatamente gli interessi in gioco. Le previsioni di edificabilità dei terreni non costituiscono una qualità intrinseca e definitiva dei suoli, essendo rimesse alla discrezionalità dell'amministrazione comunale nell'esercizio della funzione di pianificazione urbanistica, salvo il caso di esistenza di uno strumento urbanistico esecutivo approvato o convenzionato, o quantomeno adottato, ovvero di giudicato di annullamento di dinieghi di concessioni edilizie o di silenzio-rifiuto su domanda di concessione, o ancora di modificazione in zona agricola della destinazione di un'area limitata, interclusa da fondi edificati in modo non abusivo. In mancanza di tali eventi, non è configurabile un'aspettativa qualificata ad una destinazione edificatoria non peggiorativa o migliorativa di quella pregressa, ma solo un'aspettativa generica analoga a quella di qualunque altro proprietario di aree che aspiri all'utilizzazione più proficua dell'immobile, posizione cedevole rispetto alle scelte urbanistiche dell'Amministrazione.