Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25127 del 2 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25127PEN

Massima

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Il giudice, nell'esercizio del proprio potere di correzione degli errori materiali contenuti nelle proprie decisioni, è tenuto a verificare con attenzione la presenza effettiva dell'errore e a provvedere alla sua correzione, anche d'ufficio, al fine di assicurare la correttezza formale e sostanziale del provvedimento giurisdizionale. Tale potere di correzione, che può essere esercitato anche successivamente al passaggio in giudicato della decisione, rappresenta uno strumento essenziale per garantire l'integrità e la coerenza interna del provvedimento, evitando che eventuali imprecisioni o sviste possano pregiudicare la corretta applicazione del diritto. La correzione dell'errore materiale, pertanto, non costituisce una mera formalità, ma un dovere del giudice volto a preservare l'affidabilità e l'autorevolezza della pronuncia giurisdizionale, assicurando che il dispositivo rispecchi fedelmente la volontà espressa nella motivazione e che il provvedimento risulti pienamente coerente e conforme ai principi di legalità e di giustizia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) GI. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 47014/2009 CORTE DI CASSAZIONE di ROMA, del 07/04/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

sentite le conclusioni del PG, Dott. ((omissis)) che ha chiesto la correzione dell'errore materiale.

LA CORTE OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

che questa Corte, con provvedimento reso all'udienza camerale del 7 aprile 2010, …

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