Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15219 del 14 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:15219PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai fini della determinazione del reato più grave nell'ambito del concorso formale di reati, il giudice deve valutare la gravità concreta della condotta tenuta dall'imputato, considerando non solo la pena edittale prevista per ciascun reato, ma anche le circostanze aggravanti e la posizione soggettiva dell'autore. Pertanto, il reato di furto aggravato, commesso da soggetto recidivo, può essere ritenuto più grave rispetto al reato di associazione per delinquere, nonostante la pena edittale di quest'ultimo sia superiore. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato di ricettazione, è sufficiente la consapevolezza dell'imputato di detenere un bene di provenienza illecita, senza che sia necessario accertare la sua diretta responsabilità nel furto, essendo preminente l'accertamento oggettivo della illecita disponibilità del bene, desumibile da elementi indiziari quali i segni di scasso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PE. GH. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 577/2010 CORTE APPELLO di VENEZIA, del 25/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 18/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SILVANA DE BERARDINIS;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in…

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