Il giudicato formatosi su sentenze passate in giudicato, non impugnate nei termini di legge, obbliga l'amministrazione soccombente al puntuale e integrale adempimento delle statuizioni ivi contenute, senza possibilità di sottrarsi a tale obbligo. Ove l'amministrazione persista nell'inadempimento, il giudice amministrativo, su ricorso della parte vittoriosa, è tenuto ad ordinare l'esecuzione del giudicato, assegnando un termine perentorio per l'adempimento e, in caso di ulteriore inottemperanza, a nominare un commissario ad acta con il compito di provvedere in luogo dell'amministrazione. Il mancato adempimento del giudicato entro il termine assegnato comporta, inoltre, la condanna dell'amministrazione al pagamento di una penalità di mora a favore della parte ricorrente, calcolata sugli interessi legali delle somme dovute. Il munus di ausiliario del giudice attribuito al commissario ad acta è intrinsecamente obbligatorio e non può essere né rifiutato né inciso da disposizioni interne all'amministrazione di appartenenza. Il compenso del commissario ad acta, per i dirigenti, rientra nell'omnicomprensività della retribuzione ai sensi dell'art. 24, comma 3, del d.lgs. n. 165/2001.