Il rigetto della domanda di emersione dal lavoro irregolare presentata dal datore di lavoro in favore del lavoratore straniero deve essere adeguatamente motivato, tenendo conto della situazione concreta del lavoratore e della sua posizione di vulnerabilità, al fine di garantire il rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza dell'azione amministrativa. L'amministrazione, nel valutare la domanda di emersione, è tenuta a bilanciare gli interessi pubblici e privati in gioco, considerando la posizione del lavoratore irregolare, il suo percorso di integrazione, la durata del rapporto di lavoro e le circostanze che hanno determinato l'irregolarità della sua posizione, al fine di adottare una decisione che sia rispettosa dei diritti fondamentali della persona e della sua dignità. Il rigetto della domanda di emersione, pertanto, non può fondarsi su una mera applicazione automatica delle norme, ma richiede un'attenta valutazione della situazione concreta del lavoratore, alla luce dei principi di proporzionalità, ragionevolezza e tutela dei diritti fondamentali. L'amministrazione, inoltre, è tenuta a garantire il diritto di difesa del lavoratore, consentendogli di partecipare al procedimento e di far valere le proprie ragioni. Solo attraverso un'adeguata motivazione e un bilanciamento degli interessi in gioco, l'amministrazione può adottare una decisione legittima e rispettosa dei diritti del lavoratore.