Il diritto di accesso agli atti amministrativi costituisce un principio generale dell'attività amministrativa, finalizzato a favorire la partecipazione e ad assicurare l'imparzialità e la trasparenza dell'azione pubblica. Tale diritto, attesa la sua rilevanza di pubblico interesse, è ampiamente tutelato dalla normativa vigente, che prevede limitate eccezioni, tassativamente individuate, per esigenze di riservatezza. In particolare, la disciplina di cui all'art. 24 della legge n. 241/1990, come modificato dalla legge n. 15/2005, ha rafforzato la tutela del diritto di accesso, restringendo i casi di sottrazione all'accesso per ragioni di riservatezza, che possono essere disposti solo con regolamento governativo e non più dalle singole amministrazioni. Inoltre, il diritto di accesso è garantito anche per i documenti contenenti dati sensibili e giudiziari, nei limiti in cui ciò sia strettamente indispensabile per curare o difendere i propri interessi giuridici. Pertanto, il diniego di accesso può essere legittimamente opposto solo per i documenti espressamente indicati dalla legge, mentre non è consentito un generico rifiuto fondato sulla mancanza di un interesse specifico o sulla presunta riservatezza dei documenti richiesti, ove non ricorrano le tassative ipotesi di esclusione previste dalla normativa.