La remissione di querela da parte della persona offesa estingue il reato di diffamazione, anche quando la sentenza di condanna sia già stata pronunciata in primo e secondo grado. In tali casi, la Corte di Cassazione deve annullare senza rinvio la sentenza impugnata, enunciando la causa estintiva del reato ai sensi dell'art. 152 c.p.p., con condanna del querelato al pagamento delle spese processuali, in assenza di diversa disposizione delle parti. La remissione di querela, quale causa di estinzione del reato di diffamazione, comporta l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna, anche se già confermata in appello, con la sola condanna del querelato al pagamento delle spese processuali, in mancanza di diversa disposizione delle parti. Tale principio si fonda sulla natura privata dell'azione penale per il reato di diffamazione, che consente alla persona offesa di rimettere la querela in qualsiasi stato e grado del procedimento, facendo venir meno la punibilità del fatto. La Corte di Cassazione, in tali casi, deve limitarsi a prendere atto della causa estintiva del reato, senza poter entrare nel merito della vicenda, essendo precluso ogni ulteriore accertamento sulla responsabilità dell'imputato.