Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, senza la realizzazione di opere edilizie, non richiede il previo rilascio di un titolo abilitativo da parte dell'autorità comunale, in quanto tale variazione d'uso non costituisce una trasformazione urbanistica rilevante ai fini della disciplina edilizia. Pertanto, le disposizioni regolamentari comunali che subordinano il cambio di destinazione d'uso all'ottenimento di una licenza edilizia, anche in assenza di interventi edilizi, sono illegittime per contrasto con la normativa statale e regionale vigente all'epoca dei fatti, la quale non assoggettava il mero mutamento di utilizzo di un immobile a particolari formalità autorizzative. Il giudice amministrativo, in sede di impugnazione di un provvedimento comunale che ordini la cessazione di un'attività produttiva per difetto di titolo edilizio, può e deve disapplicare d'ufficio le norme regolamentari comunali che risultino in contrasto con la disciplina legislativa primaria in materia di cambio di destinazione d'uso, senza che ciò richieda un apposito contraddittorio ai sensi dell'art. 73, comma 3, c.p.a. Inoltre, nel caso di specie, non trovano applicazione le disposizioni del Testo Unico Edilizia che subordinano il mutamento di destinazione d'uso all'ottenimento di un permesso di costruire, in quanto la fattispecie è regolata dalla normativa regionale lombarda, la quale prevede la semplice comunicazione all'amministrazione comunale per i cambi d'uso di superfici inferiori a 150 mq, senza necessità di alcun titolo abilitativo.