Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30739 del 4 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30739PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura anche in presenza di sole due condotte di minacce, molestie o lesioni, purché idonee a costituire una "reiterazione" ai sensi della norma incriminatrice, senza che sia necessaria una prolungata sequenza temporale degli atti. L'elemento soggettivo del dolo generico è integrato dalla volontà di porre in essere più condotte di minaccia e molestia, nella consapevolezza della loro idoneità a produrre uno degli eventi previsti dalla norma e dell'abitualità del proprio agire, senza che sia richiesta la preordinazione delle condotte. La valutazione delle prove da parte del giudice di merito, che ha dato preferenza alla testimonianza della persona offesa rispetto a dichiarazioni di testimoni favorevoli all'imputato, è immune da vizi logici e non può essere sindacata in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o internamente contraddittoria. Anche la configurabilità dell'aggravante del nesso teleologico tra il reato di lesioni e quello di atti persecutori è adeguatamente motivata, in ragione del collegamento tra l'azione violenta e le successive minacce e molestie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/11/2019 della CORTE di APPELLO di BOLOGNA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Bologna ha confermato, anche agi effetti civili, la conda…

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