Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46296 del 12 dicembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:46296PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per minaccia grave e lesioni lievissime, afferma che la valutazione della credibilità della persona offesa rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale ha il dovere di motivare in modo plausibile le ragioni della propria decisione. Inoltre, la mancata assunzione di una prova richiesta dalla difesa ai sensi dell'art. 507 c.p.p. non costituisce motivo di impugnazione, in quanto tale potere è rimesso alla discrezionalità del giudice. La qualificazione giuridica del fatto come lesioni, anziché percosse, è conforme al costante orientamento della Corte di Cassazione, laddove risultino accertate conseguenze di malattia, ancorché lieve. Infine, la motivazione sulla determinazione della pena, effettuata in applicazione dei criteri di cui all'art. 133 c.p., è ritenuta adeguata e immune da vizi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI TOMASSI M. Stefania - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. AN. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/04/2006 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SANDRELLI ((omissis));

Udita la Requisitoria del Procuratore Generale nella persona del Cons. Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

IN FATTO

L…

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