Il Comune è tenuto a rispettare i termini perentori previsti dalla legge per l'esercizio del potere inibitorio a seguito della presentazione di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), salvo che non ricorrano specifiche condizioni di pericolo per interessi pubblici primari. Decorso il termine di trenta giorni dalla presentazione della SCIA, l'amministrazione può intervenire solo in presenza di pericolo di danno per il patrimonio artistico e culturale, per l'ambiente, per la salute, per la sicurezza pubblica o la difesa nazionale e previo motivato accertamento dell'impossibilità di tutelare comunque tali interessi mediante conformazione dell'attività dei privati alla normativa vigente. L'amministrazione deve, inoltre, valutare l'affidamento ingenerato nel privato in ragione del tempo trascorso prima di esercitare i poteri di autotutela. Pertanto, l'adozione di un provvedimento inibitorio a distanza di quasi due anni e mezzo dalla presentazione della SCIA, senza adeguata motivazione in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge, risulta illegittimo. La natura pertinenziale e le ridotte dimensioni dell'intervento edilizio possono, inoltre, rendere sufficiente la presentazione della SCIA in luogo del permesso di costruire, aspetto che l'amministrazione avrebbe dovuto valutare in sede di controllo della segnalazione.