Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 13115 del 8 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:13115PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, in violazione dei propri doveri d'ufficio, accetta periodicamente somme di denaro o altri vantaggi economici da un imprenditore privato, al fine di compiere atti contrari ai suoi doveri e favorire gli interessi di quest'ultimo nell'attività amministrativa relativa al settore dell'edilizia privata, commette il reato di corruzione propria. Tale condotta è punibile anche quando il pubblico ufficiale si limiti a mettere a disposizione la propria funzione a prescindere dalla illegittimità dei singoli atti amministrativi adottati, essendo sufficiente l'accettazione di utilità per il compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio. Il concorso del pubblico ufficiale tecnico nell'attività illecita è configurabile quando egli svolga un ruolo di "braccio operativo tecnicamente indispensabile" per l'attuazione del piano corruttivo coordinato dal pubblico ufficiale apicale, anche in assenza della prova di un diretto coinvolgimento nel patto corruttivo. Tuttavia, il reato di corruzione si estingue per prescrizione, decorso il termine massimo di legge, anche quando non sia possibile accertare con certezza il protrarsi della condotta illecita oltre una determinata data. Inoltre, la condanna al risarcimento dei danni in favore dell'ente pubblico danneggiato deve essere adeguatamente motivata in relazione alla riferibilità soggettiva degli specifici episodi corruttivi accertati nei confronti di ciascun imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. FL. N. IL (OMESSO);

2) P. P. N. IL (OMESSO);

3) P. V. N. IL (OMESSO);

4) CA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1214/2007 CORTE APPELLO di GENOVA, del 11/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/12/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SELVAGGI E., che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenz…

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