Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 436 del 9 gennaio 2003

ECLI:IT:CASS:2003:436PEN

Massima

Massima ufficiale
L'ordinanza di archiviazione è impugnabile solo nei rigorosi limiti stabiliti dall'art.409, comma 6, cod. proc. pen. il quale rinvia all'art.127, comma 5, cod. proc. pen. che sanziona con la nullità la mancata osservanza delle norme concernenti la citazione e l'intervento delle parti in camera di consiglio. Ne consegue che non è mai consentito il ricorso per cassazione per motivi diversi, cioè attinenti al merito della notitia criminis, e che, quindi, è inammissibile il ricorso proposto dalla persona offesa nel quale si censuri la violazione dell'art.606 lett. d) cod. proc. pen. (mancata assunzione di una prova decisiva), posto che tale ipotesi non rientra tra quelle previste di violazione del contraddittorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA PENALE
Composta dai Signori:
Raffaele Leonasi - Presidente
Adolfo Di Virginio - Consigliere
Francesco Serpico - Consigliere
Saverio Mannino - Consigliere
Vincenzo Rotundo - Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso proposto dalla persona offesa, Mione Gaspare, nato il 15/9/34
avverso l'ordinanza in data 31 maggio 2001 del Giudice per le indagini preliminari di Teramo
Visti gli atti, l'ordinanza impugnata e il ricorso
Udita la relazione fatta dal Consigliere, dott. Vincenzo Rotundo;
Lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. Francesco Mauro Iacoviello, con le quali si chiede la declaratoria di inammissibilità del ricorso.
FATTO
Con ordinanza in data 31 maggio 2001, emessa all'esito di udienza camerale fissata a norma dell'art. 409, comma 2, c. p.p.…

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