Il reato di truffa si consuma nel momento in cui l'agente, mediante artifici o raggiri, consegue l'ingiusto profitto della merce ricevuta senza il pagamento del corrispettivo, indipendentemente dall'emissione successiva di assegni privi di provvista, che costituisce un mero post factum non rilevante ai fini della determinazione del momento consumativo. Il termine di prescrizione del reato di truffa decorre dalla data di consumazione del fatto, ovvero dal momento in cui l'agente ha ottenuto l'ingiusto profitto, e non può essere esteso in ragione di condotte successive finalizzate a ritardare l'emersione della condotta fraudolenta. Tuttavia, il termine di prescrizione può essere sospeso per i periodi previsti dalla legge, come nel caso di rinvio del processo per adesione del difensore all'astensione dalle udienze e di sospensione per l'emergenza sanitaria da COVID-19, ai sensi del D.L. n. 18 del 2020, art. 83, comma 9, come interpretato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 140 del 2021.