Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La revoca dell'autorizzazione unica territoriale (AUT) per la gestione di rifiuti speciali non pericolosi può essere disposta dall'autorità competente, ai sensi dell'art. 86, comma 5, del T.U.L.P. tutela dell'ambiente e dell'art. 208, comma 13, del D.Lgs. n. 152/2006, in presenza di due distinti ed autonomi presupposti, costituiti alternativamente: 1) dal mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida, che si traduce in una reiterazione delle violazioni contestate con la diffida stessa; oppure 2) dal manifestarsi di situazioni di pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente, conseguenti al mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida. La revoca dell'autorizzazione costituisce l'extrema ratio e può essere disposta anche in assenza di un preventivo provvedimento di diffida con contestuale sospensione dell'autorizzazione, purché siano accertate gravi violazioni delle prescrizioni autorizzative o situazioni di pericolo per la salute pubblica e l'ambiente. Il principio di proporzionalità impone all'amministrazione di valutare la gravità dell'infrazione e di adottare la misura più idonea, necessaria e adeguata a ripristinare la legalità autorizzativa, senza che ciò comporti un irragionevole sacrificio della libertà di iniziativa economica.