Il reato di diffamazione commesso in danno di più persone, mediante un'unica azione, integra un concorso formale di reati, ciascuno dei quali è autonomo e procedibile solo a seguito di querela della rispettiva persona offesa. Pertanto, in mancanza di una specifica querela da parte dell'ente collettivo offeso, non può essere ammessa la sua costituzione di parte civile, essendo necessaria la chiara manifestazione della volontà dell'ente di perseguire l'autore per le frasi offensive pronunciate anche nei suoi confronti. Inoltre, l'esclusione della scriminante dell'esercizio del diritto di critica di cui all'art. 51 c.p. è legittima ove il giudice accerti l'assenza di elementi di veridicità nei fatti denunciati, ovvero ragionevolmente putativi per la fonte di provenienza o per altre circostanze oggettive, senza che il ricorrente possa censurarla per mero vizio di motivazione, in quanto inammissibile ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p.