Il dolo generico, richiesto per il delitto di lesioni volontarie, sussiste anche quando l'agente, pur non avendo l'intento specifico di arrecare un notevole danno alla vittima, abbia comunque accettato il rischio delle conseguenze lesive derivanti dalla propria condotta violenta, come nel caso di schiaffi inferti in uno spazio ristretto che hanno causato l'urto della vittima contro il muro e la conseguente perforazione del timpano. In tali ipotesi, la previsione o la prevedibilità dell'evento integrante una delle circostanze aggravanti di cui all'art. 583 c.p. deve ritenersi sussistente quando la condotta dell'agente, per qualità del mezzo adoperato, direzione, violenza o reiterazione dei colpi, di per sé riveli l'intenzione di arrecare un danno di notevole entità, anche a titolo di dolo eventuale. Pertanto, la responsabilità penale dell'imputato per il reato di lesioni aggravate può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi probatori, anche in assenza di una volontà specifica di cagionare l'evento lesivo di maggiore gravità, purché sia dimostrata la prevedibilità e l'accettazione del rischio da parte dell'agente.