La giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche sussiste in tutti i casi in cui il provvedimento impugnato incida direttamente sul regolare regime delle acque pubbliche, in quanto informata alla ragione pubblicistica di assicurare la possibilità di sfruttamento delle acque demaniali e il libero deflusso delle acque scorrenti dei fiumi, torrenti, canali e scolatoi pubblici. Pertanto, la giurisdizione del giudice amministrativo ordinario è esclusa quando il provvedimento, pur se emanato da autorità diverse da quelle specificamente preposte alla tutela delle acque, concorra in concreto a disciplinare la realizzazione, la localizzazione e/o l'esercizio di opere idrauliche su corsi d'acqua pubblici, rientrando la cognizione di tali controversie nella competenza inderogabile del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ai sensi dell'art. 143 del R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775. Ciò in ragione del carattere pubblicistico della tutela delle acque demaniali, volta ad assicurare la possibilità di sfruttamento delle stesse e il libero deflusso delle acque scorrenti, a prescindere dalla natura del provvedimento impugnato e dalla qualità del soggetto che lo ha adottato. Il giudice amministrativo ordinario, investito di una controversia rientrante nella giurisdizione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, deve pertanto dichiarare l'inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione, fermo restando la possibilità per gli interessati di adire il giudice competente nei termini e con le modalità stabilite dall'art. 11 c.pr.amm.