Il diniego del visto di ingresso per lavoro subordinato stagionale può essere legittimamente disposto dalle autorità consolari quando, all'esito dell'istruttoria svolta, emergano ragionevoli dubbi sull'autenticità e l'affidabilità della documentazione presentata a sostegno della richiesta, nonché sulla veridicità e attendibilità delle dichiarazioni rese dal richiedente in merito allo scopo e alle condizioni del soggiorno previsto, tali da far ritenere sussistente il rischio di un suo mancato rientro nel Paese di origine prima della scadenza del visto richiesto. In particolare, la mancata conoscenza da parte del richiedente di elementi essenziali relativi alla destinazione lavorativa in Italia, quali il nome dell'azienda, le condizioni contrattuali e le modalità di ottenimento del nulla osta, costituisce un indice sintomatico della scarsa veridicità del rapporto di lavoro prospettato e del probabile disinteresse del medesimo a fare rientro nel Paese di provenienza, legittimando pertanto il diniego del visto sulla base dell'art. 32, lett. b), del Regolamento CE n. 810/2009 (Codice dei visti).