Cassazione penale Sez. II sentenza n. 45591 del 26 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:45591PEN

Massima

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Il reato di estorsione non si configura quando il terzo incaricato della esazione di un credito agisce con violenza o minaccia nei confronti del debitore al solo fine di coadiuvare il creditore a farsi ragione da sé medesimo, senza perseguire un autonomo interesse illecito proprio. Perché sussista il delitto di estorsione è necessario che il terzo intermediario agisca non solo nell'interesse del creditore, ma anche per realizzare un proprio vantaggio patrimoniale ingiusto, eccedendo i limiti fisiologici dell'esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La mera caratura delinquenziale dell'intermediario, ove non accompagnata dalla prova di un suo specifico interesse illecito, non è sufficiente a integrare gli estremi dell'estorsione, potendo al più configurare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Pertanto, il reato di estorsione non si configura quando il terzo incaricato della esazione di un credito, pur agendo con violenza o minaccia, persegua esclusivamente l'interesse del creditore, senza alcun autonomo fine di lucro o di affermazione della propria autorevolezza criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - rel. Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI ROMA;

nei confronti di:

1) MA. MA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1138/2009 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 09/04/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. IADECOLA GIANFRANCO di fiducia per il …

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