Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27097 del 14 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:27097PEN

Massima

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Il comportamento minaccioso e intimidatorio, anche se espresso in modo apparentemente scherzoso o ironico, può integrare il reato di minaccia qualora sia idoneo a ingenerare nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità o sicurezza. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, deve tenere conto del contesto in cui le espressioni sono state pronunciate, del loro significato oggettivo e della percezione che la persona offesa ne ha avuto, senza limitarsi a un'interpretazione letterale delle parole utilizzate. L'accertamento della rilevanza penale della condotta richiede una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, senza che possa essere censurata in sede di legittimità la motivazione del giudice di merito che abbia dato conto in modo logico e coerente delle ragioni per le quali ha ritenuto integrato il reato di minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/03/2019 del GIUDICE DI PACE di SASSARI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SCARLINI ENRICO VITTORIO STANISLAO;
letto il parere del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore SENATORE VINCENZO che ha concluso chiedendo l'annullamento della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 25 marzo 2019, il Giudice di pace di Sassari dichiarava …

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