Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 38512 del 9 ottobre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:38512PEN

Massima

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Il criterio di proporzionalità che regola e presiede la scelta della misura cautelare più idonea obbliga il giudice ad avere riferimento privilegiato alla persona e alla entità del fatto, apprezzati in termini qualitativi, e non all'oggettiva mera durata della sanzione in concreto irrogabile. Pertanto, la revoca della custodia cautelare in carcere non può essere disposta sulla base del solo ed assorbente criterio aritmetico della corrispondenza della durata dell'applicazione della misura ai due terzi della condanna inflitta all'imputato con sentenza impugnata, in quanto il giudice deve esaminare le ragioni e le circostanze dedotte a sostegno della persistenza del "periculum libertatis" in una valutazione globale e complessiva della vicenda cautelare. Il principio di proporzionalità, infatti, impone di considerare non solo la durata della misura, ma anche le esigenze cautelari e la gravità del fatto, al fine di individuare la misura più adeguata a tutelare le esigenze processuali senza eccedere rispetto a quanto strettamente necessario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' ((omissis)) - Presidente

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI BOLOGNA;

contro l'ordinanza 23 aprile 2008 del Tribunale della liberta' di Bologna, che ha disposto la revoca della misura della custodia cautelare in carcere;

nei confronti di:

SP. LU. , nato il (OMESSO).

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis)).

Udito il Pubblico Ministero, ne…

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