Il reato di contraffazione di un documento di identità straniero, come una patente di guida, si configura anche quando la falsificazione non sia grossolana, purché il documento risulti idoneo a essere utilizzato per la conduzione di veicoli anche nel territorio italiano. La competenza dell'autorità giudiziaria italiana sussiste anche quando non sia dimostrata l'esecuzione integrale della condotta delittuosa all'estero, essendo sufficiente che una parte della stessa sia stata realizzata nel territorio dello Stato. Il giudice di merito gode di ampio potere discrezionale nella valutazione della sussistenza dei requisiti di "grossolanità" della falsificazione, non essendo tale caratteristica ravvisabile in ogni caso in cui il documento risulti percepibilmente contraffatto solo da chi abbia specifiche competenze tecniche, ma solo quando la contraffazione sia evidente per chiunque possa occasionalmente verificarne l'autenticità. La motivazione della sentenza che accerti la configurabilità del reato di contraffazione di documento straniero, pur se sintetica, deve comunque rispondere in modo sufficiente ai motivi di impugnazione dedotti dalla difesa.