Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare i ricorsi avverso il permesso di costruire rilasciato dal Comune di Verona per la realizzazione di un intervento edilizio in un'area precedentemente destinata a verde pubblico e parcheggi, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Le prescrizioni degli strumenti urbanistici attuativi che definiscono le caratteristiche di un intervento edilizio specifico e puntuale, come un piano urbanistico attuativo, sono da considerarsi immediatamente lesive e devono essere impugnate entro il termine decadenziale, non essendo suscettibili di ripetuta applicazione. 2. L'amministrazione, in sede di rilascio del permesso di costruire, non può disapplicare le previsioni degli strumenti urbanistici attuativi non tempestivamente impugnati, salvo l'esercizio dell'autotutela, anche qualora tali previsioni risultino in contrasto con la destinazione di zona impressa all'area dagli strumenti urbanistici generali. 3. Le deroghe alle previsioni degli strumenti urbanistici generali in materia di distanze e altezze, previste dalla normativa sul "Piano casa", possono trovare applicazione anche in sede di approvazione di un piano urbanistico attuativo, purché nel rispetto dei requisiti e presupposti stabiliti dalla legge. 4. Le disposizioni del D.M. 1444/1968 in materia di altezze massime degli edifici hanno carattere inderogabile e prevalgono sulle contrastanti previsioni degli strumenti urbanistici, anche di livello attuativo, non essendo sufficiente, per giustificare la deroga, la mera previsione planovolumetrica contenuta nel piano attuativo.