Cassazione penale Sez. III sentenza n. 24679 del 15 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24679PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, è tenuto a verificare la logicità e la congruità della motivazione del provvedimento impugnato, senza poter sindacare nel merito l'apprezzamento dei fatti e delle prove compiuto dal giudice di merito. La motivazione del provvedimento cautelare, pur dovendo essere adeguata e coerente, non deve trasformarsi in una pronuncia anticipatoria del giudizio finale, essendo sufficiente che si fondi su elementi concreti e ragionevolmente significativi in relazione all'ipotesi accusatoria formulata. Pertanto, le doglianze relative alla valutazione degli indizi di colpevolezza e delle eventuali cause di giustificazione sono deducibili in sede di legittimità solo se si traducono in un vizio di motivazione, mentre è precluso al giudice di cassazione un riesame nel merito delle questioni di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ONORATO Pierluigi - Presidente

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. TERESI Alfredo - rel. Consigliere

Dott. LOMBARDI ((omissis)) - Consigliere

Dott. GAZZARA Santi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Tu. Fa. , nato a (OMESSO), indagato dei reati di cui agli articoli 385 e 609 bis c.p., avverso l'ordinanza del Tribunale di Perugia in data 17.11.2008 che ha rigettato la domanda di riesame;

avverso l'ordinanza 31.10.2008 con cui il GIP gli ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere;

Visti gli atti, l'ordinanza denunciata, il ricorso e "l'esposto cautelativo";

Sentita in Camera di Consiglio la re…

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