Cassazione penale Sez. II sentenza n. 28536 del 22 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:28536PEN

Massima

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Il delitto di associazione per delinquere si configura quando vi sia la prova della predisposizione di un'organizzazione strutturale, sia pure minima, di uomini e mezzi, funzionale alla realizzazione di una serie indeterminata di delitti, nella consapevolezza, da parte di singoli associati, di far parte di un sodalizio durevole e di essere disponibili ad operare nel tempo per l'attuazione del programma criminoso comune. L'elemento distintivo tra il delitto associativo e il concorso di persone nel reato continuato risiede nel carattere dell'accordo criminoso, che nel concorso è circoscritto a determinati reati, mentre nel reato associativo deve essere di carattere generale e continuativo. Pertanto, la mera pluralità di episodi criminosi, anche se commessi con modalità analoghe, non è sufficiente a integrare il delitto di associazione per delinquere, essendo necessaria la prova di un vincolo associativo stabile e di un programma criminoso indeterminato. Il riconoscimento in aula della persona offesa, pur non essendo l'unico elemento probatorio, costituisce una manifestazione riproduttiva di una percezione visiva e rappresenta una forma di dichiarazione, la cui forza probatoria non discende dalle modalità formali del riconoscimento, ma dal valore della dichiarazione confermativa, alla stregua della deposizione testimoniale. Il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione di merito operata dal giudice di merito in ordine all'attendibilità dei testimoni e alla ricostruzione dei fatti, salvo che non emerga una motivazione manifestamente illogica o contraddittoria. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche deve essere adeguatamente motivato, con riferimento ai criteri di cui all'art. 133 c.p., senza necessità di esaminare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti, essendo sufficiente il riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS),
(OMISSIS), nato a (OMISSIS),
(OMISSIS), nato in (OMISSIS),
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Pierluigi Cianfrocca;
udito il PM, in persona del sost. proc. gen. Dott. Fulvio Baldi, che ha concluso per l'annullamento con rinvio alla Corte di Appello di Messina sul diniego delle attenuanti generiche e per la declara…

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