Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9451 del 27 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9451PEN

Massima

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Il contributo causale dell'indagato all'associazione di stampo mafioso, anche se non direttamente gestiva attività commerciali per conto dell'organizzazione, può essere desunto da elementi indiziari quali le intercettazioni che dimostrino il suo coinvolgimento nelle dinamiche interne ed esterne dell'associazione, nonché il suo ruolo di controllo del territorio in una determinata area mercatale, a prescindere da eventuali contrasti con frange dissidenti dell'organizzazione. Tali elementi, unitamente alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e di esigenze cautelari, giustificano l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per il reato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, anche in assenza di una gestione diretta di attività economiche per conto dell'organizzazione, essendo sufficiente il contributo, anche indiretto, al perseguimento degli scopi dell'associazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PRESTIPINO Ant SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 425/2016 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 08/07/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott.ssa GIOVANNA VERGA;
sentite le conclusioni del PG Dott. SANSANO Francesco, che ha chiesto il rigetto;
Uditi i difensori avv. (OMISSIS) e avv. (OMISSIS), che si riportano ai motivi.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Ricorre per cassazione, a mezzo del difensore, (OMISSIS) avverso l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Lecce che l'8 luglio 2016 ha confermato l'ordinanza del G.I.P del Tribunale che il 6 giugno 2016 gli aveva applicato la misura cautelare della custodia in c…

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