Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16500 del 27 aprile 2011

ECLI:IT:CASS:2011:16500PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave non può essere escluso sulla base della mera circostanza che l'imputato abbia agito in reazione a precedenti comportamenti minacciosi della persona offesa, in quanto tale elemento, pur potendo eventualmente incidere sulla determinazione della pena, non esclude il disvalore giuridico e sociale della condotta. Ai fini della configurabilità del reato di minaccia grave, è sufficiente che l'azione dell'imputato sia idonea a suscitare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità, a prescindere dalla sussistenza di precedenti comportamenti minacciosi da parte della stessa. Inoltre, la mancata corrispondenza tra l'arma sequestrata e quella utilizzata per la minaccia non è di per sé sufficiente a escludere la responsabilità dell'imputato, qualora vi siano altri elementi probatori che confermino la condotta minacciosa. In tali casi, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della gravità della minaccia e della sua idoneità a suscitare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO Piera M.S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ST. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1071/2008 CORTE APPELLO di MESSINA, del 25/01/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 23/03/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la sentenza, il ricorso;

Udita la relazione del cons. Dr. ((omissis));

Udito il Sostituto Procuratore Generale, ((omissis)), che ha co…

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