Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28973 del 3 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:28973PEN

Massima

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La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'articolo 416 bis c.p., si configura quando il soggetto, in ragione del suo inserimento stabile e duraturo all'interno del sodalizio criminoso, apporta un contributo concreto e rilevante alla realizzazione degli scopi del gruppo, anche attraverso l'esercizio di funzioni direttive o organizzative. Tale contributo può consistere nell'assunzione di compiti esecutivi, nella gestione di attività illecite, nella pianificazione di strategie criminali o nell'esercizio di poteri di intimidazione e di controllo del territorio, a prescindere dalla formale posizione ricoperta all'interno dell'organizzazione. La prova della partecipazione può essere desunta dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, purché dotate di intrinseca attendibilità e adeguatamente riscontrate, nonché da altri elementi di natura logica e indiziaria, come intercettazioni, condotte e comportamenti rivelatori dell'inserimento del soggetto nel contesto associativo. Il giudice è tenuto a verificare la credibilità soggettiva ed oggettiva dei dichiaranti, la coerenza e la precisione delle loro deposizioni, nonché l'esistenza di riscontri esterni individualizzanti, al fine di escludere ipotesi di calunnia o di reciproca influenza tra i collaboratori. Anche la prova della partecipazione di un soggetto a più associazioni criminali, in tempi diversi ma con un unico disegno criminoso, non è di ostacolo alla configurabilità del reato di cui all'articolo 416 bis c.p., purché risulti la diversità strutturale e organizzativa dei sodalizi, nonché la non sovrapponibilità dei relativi membri. La determinazione della pena, incluso il riconoscimento o meno di circostanze attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale deve motivare la propria decisione in base ai criteri di cui agli articoli 132 e 133 c.p., senza che il sindacato di legittimità possa spingersi ad una nuova valutazione della congruità della sanzione inflitta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

3. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

4. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

5. (OMISSIS), nato il (OMISSIS);

6. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

7. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

8. (OMISSIS), nato ad (OMISSIS);

9. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

10. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

11. (OMISSIS), nata a (OMISSIS);

12. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

13. (OMISSIS), nato a…

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