Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio del potere di ordinanza contingibile e urgente di cui all'art. 54, comma 4, del d.lgs. n. 267/2000, può legittimamente prescrivere al proprietario di un bene l'adozione di misure di messa in sicurezza volte a prevenire pericoli per l'incolumità pubblica, a prescindere dall'accertamento di una sua responsabilità nella produzione della situazione di rischio. L'ordinanza sindacale, infatti, ha carattere ripristinatorio e non sanzionatorio, essendo diretta unicamente alla rimozione dello stato di pericolo, senza che ciò implichi un giudizio di responsabilità a carico del destinatario. Pertanto, il proprietario del bene, pur dovendo in questa fase accollarsi gli oneri dell'intervento, potrà successivamente rivalersi nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili, previo accertamento delle relative responsabilità. L'omessa indicazione nell'atto dell'Autorità cui ricorrere e del termine di impugnazione, nonché del responsabile del procedimento e dell'unità organizzativa competente, non integra vizi di legittimità dell'ordinanza, salvo che non sia dimostrato un concreto pregiudizio. Infine, la mancata notifica dell'atto a tutti i comproprietari non determina l'incompletezza del contraddittorio, in quanto l'ordinanza contingibile e urgente prescinde dall'accertamento di responsabilità e si rivolge al proprietario esclusivamente in tale qualità.