Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35146 del 19 agosto 2016

ECLI:IT:CASS:2016:35146PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, anche se generica nella prospettazione del male minacciato, sia idonea a limitare la libertà psichica della vittima, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione in quest'ultima. Pertanto, la genericità del male minacciato e l'assenza di comportamenti coerenti con la minaccia non escludono la configurabilità del reato, essendo sufficiente che la condotta abbia oggettivamente attitudine intimidatoria in relazione alle circostanze del caso concreto. Inoltre, nel caso di declaratoria di prescrizione di un reato, il giudice dell'impugnazione è tenuto a esaminare compiutamente i motivi di impugnazione proposti dall'imputato avverso le statuizioni civili, non potendo confermare la condanna al risarcimento del danno senza aver previamente valutato la fondatezza di tali motivi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS), l'(OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/2/2015 della Corte d'appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. PISTORELLI Luca;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ORSI Luigi, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio limitatamente al delitto di ingiuria e per l'inammissibilita' del ricorso nel resto;
udito per la …

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