Il Comune, nell'esercizio della propria potestà pianificatoria, è tenuto a conformarsi ai rilievi formulati dalla Provincia in sede di approvazione del Piano Regolatore Generale, seguendo la procedura di adeguamento di cui all'art. 26, comma 6, lett. a), della L.R. n. 34/1992. Tale adeguamento, pur non comportando una nuova variante urbanistica, impone al Comune l'obbligo di recepire integralmente le prescrizioni provinciali, senza possibilità di parziali adeguamenti o riserve. L'eventuale dissenso del Comune può essere manifestato solo attraverso la procedura di controdeduzioni di cui all'art. 26, commi 6, lett. b), 7 e 8, della medesima legge regionale, con il conseguente confronto e parere definitivo della Provincia. Pertanto, l'atto comunale di mero adeguamento tecnico-cartografico degli elaborati di Piano, successivo all'approvazione definitiva, non può introdurre modifiche sostanziali alle previsioni urbanistiche, essendo tale atto vincolato e privo di discrezionalità. Analogamente, la Provincia, nel suo ruolo di vigilanza, non è tenuta ad impugnare tempestivamente l'atto comunale di approvazione definitiva del Piano, potendo contestare in via amministrativa l'eventuale mancato o inesatto adeguamento degli elaborati tecnici alle proprie prescrizioni.