Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che il rilascio di un permesso di costruzione per la realizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti è legittimo, nonostante le iniziali prescrizioni ostative contenute nel certificato di destinazione urbanistica, qualora il Comune, in seguito, emetta un nuovo certificato che attesti la possibilità di realizzare tale intervento in applicazione della normativa statale e regionale vigente. In particolare, il Consiglio di Stato ha rilevato che: 1. Il certificato di destinazione urbanistica inizialmente rilasciato non riportava le indicazioni normative contenute nelle deliberazioni regionali attuative della legge regionale n. 23/2003 e del d.lgs. n. 38/1998, le quali consentono l'installazione di nuovi impianti di distribuzione di carburanti, anche in zona agricola o di vincolo ambientale, salvo alcune eccezioni. 2. Il nuovo certificato di destinazione urbanistica, successivamente emesso dal Comune, ha attestato che sul terreno in questione era possibile realizzare l'impianto di distribuzione di carburanti, in applicazione dell'art. 24 del Codice della strada e degli artt. 1 e 22 della deliberazione regionale n. 497/2005. 3. Ricadendo l'impianto in fascia di rispetto stradale, la sua realizzazione era consentita ai sensi dell'art. 16 del d.lgs. n. 285/1992 (Codice della strada). Pertanto, il Consiglio di Stato ha ritenuto legittimi i provvedimenti comunali di rilascio del permesso di costruzione e dell'autorizzazione all'installazione dell'impianto di distribuzione di carburanti, in quanto conformi alla normativa statale e regionale applicabile.