Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43892 del 17 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:43892PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve procedere ad un'attenta e puntuale analisi della situazione personale e processuale dell'indagato, verificando in modo concreto e attuale il pericolo di reiterazione del reato, senza basarsi su meri dati astratti o su elementi contraddittori. In particolare, l'affermazione della pericolosità sociale dell'indagato non può fondarsi su precedenti penali inesistenti o su procedimenti in corso non specificamente indicati, ma richiede una motivazione rigorosa e logicamente coerente, che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti, come l'eventuale incensuratezza dell'indagato e il tempo trascorso dai fatti contestati. Solo una simile valutazione, attenta alle peculiarità del caso concreto, consente di rispettare il principio di proporzionalità nella scelta della misura cautelare più adeguata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. ALMA Marco - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 191/2016 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 25 marzo 2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPINI STEFANO;
sentite le conclusioni del PG Dott. CEDRANGOLO Oscar, per il rigetto del ricorso;
udito il difensore Avv. (OMISSIS) che chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 1.3.2016 il GIP del Tribunale di Lecce disponeva l'applicazione della misura cautelare degli arresti domicili…

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