Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 37109 del 26 settembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:37109PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La dichiarazione accusatoria resa dall'imputato in sede dibattimentale, pur se inizialmente motivata da finalità difensive volte a limitare la propria responsabilità, integra il reato di calunnia qualora risulti provato che essa sia stata formulata con il preciso intento di attribuire consapevolmente a soggetti innocenti la commissione di un reato, senza che rilevi la scarsa rilevanza delle condotte contestate o la successiva irrevocabilità della condanna dell'imputato per fatti diversi. Ciò in quanto la verità processuale, ancorché possa differire da quella storica, costituisce comunque il parametro di riferimento per l'accertamento della responsabilità penale. Pertanto, la valutazione complessiva degli elementi di prova, anche di natura indiziaria, che evidenzino l'intento calunnioso dell'imputato, legittima la pronuncia di condanna per il reato di calunnia, senza che possano essere accolte doglianze volte a proporre una diversa lettura degli eventi, non consentita in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di appello di Milano 19 gennaio 2012 che ha confermato la sentenza 20 marzo 2007 del G.U.P. del Tribunale di Milano di condanna per il delitto di calunnia;

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis…

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