La cancellazione di una società dal registro delle imprese ne determina la definitiva estinzione, con conseguente inesistenza degli atti impositivi notificati successivamente alla società ormai estinta, i quali non possono essere validamente opposti né ai soci né all'ex liquidatore privo di legittimazione a rappresentare l'ente. La sentenza che abbia confermato la legittimità di tali atti impositivi, emessa in un giudizio promosso dall'ex liquidatore, è inesistente per difetto di legittimazione passiva della società estinta. L'art. 2495 c.c., nel testo introdotto dal d.lgs. n. 6/2003, opera retroattivamente, sicché l'estinzione della società si produce dalla data della cancellazione dal registro delle imprese o, al più tardi, dal 1° gennaio 2004, senza che rilevi la protrazione di un'attività concretamente esplicata dopo l'annotamento camerale. Il differimento quinquennale degli effetti dell'estinzione previsto dall'art. 28, comma 4, d.lgs. n. 175/2014 non trova applicazione quando la cancellazione dal registro sia avvenuta prima del 13 dicembre 2014, data di entrata in vigore della citata disposizione, la quale ha natura sostanziale e non retroattiva.