Cassazione penale Sez. V sentenza n. 28663 del 3 luglio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:28663PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato di falso in atto pubblico si configura anche quando l'atto sia proprio del solo pubblico ufficiale, in quanto rispondono a titolo di concorso coloro che abbiano agito per il medesimo fine, sia intervenendo all'atto sia istigando il pubblico ufficiale o rafforzandone il proposito delittuoso. La motivazione della sentenza di merito, anche attraverso una valutazione globale delle deduzioni e risultanze processuali, deve spiegare in modo logico ed adeguato le ragioni del convincimento, dimostrando che ogni fatto decisivo è stato tenuto presente, anche se non espressamente confutate le deduzioni difensive logicamente incompatibili con la decisione adottata. Il sindacato del Giudice di legittimità sul discorso giustificativo del provvedimento impugnato è volto a verificare che la motivazione sia effettiva e non meramente apparente, non sia manifestamente illogica, non sia internamente contraddittoria e non risulti logicamente incompatibile con altri atti del processo. Ai fini della concessione o del diniego delle circostanze attenuanti generiche è sufficiente che il Giudice di merito prenda in esame quello, tra gli elementi indicati dall'articolo 133 c.p., che ritiene prevalente ed atto a determinare o meno la concessione del beneficio. La locuzione "oltre ogni ragionevole dubbio" utilizzata per l'affermazione della responsabilità penale ha una funzione meramente descrittiva più che sostanziale, in quanto ribadisce il principio, immanente nel nostro ordinamento costituzionale ed ordinario, secondo cui la condanna è possibile soltanto quando vi sia la certezza processuale assoluta della responsabilità dell'imputato. Le prove indirette o indiziarie, se dotate di un grado di persuasività tale da superare ogni ragionevole dubbio, possono fondare un giudizio di colpevolezza, in quanto il valore probatorio non dipende dalla fonte o dall'oggetto della prova, ma dal suo contenuto e dal suo grado di persuasività. In assenza di violazioni palesi di legge, la pena inflitta non può essere censurata in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. SABEONE Gerar - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4003/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 23/09/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLIC…

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