Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34025 del 9 settembre 2024

ECLI:IT:CASS:2024:34025PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità e dei suoi poteri, induce il privato, in posizione di soggezione psicologica, a dargli o promettergli una somma di denaro o altra utilità indebita, commette il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità, ai sensi dell'art. 319-quater c.p., e non il reato di corruzione. Ciò in quanto, a differenza della corruzione, nella quale vi è un incontro assolutamente libero e consapevole delle volontà delle parti, nell'induzione indebita permane la soggezione psicologica dell'extraneus derivante dalla relazione intersoggettiva con l'agente del reato. Il duplice nesso di causalità richiesto è: l'abuso del pubblico ufficiale che causa l'induzione indebita, e l'induzione che determina la dazione o promessa indebita. Pertanto, il giudice deve verificare se l'abuso del pubblico ufficiale abbia avuto come diretta conseguenza l'azione del privato, escludendo qualsiasi forma di parità nei rapporti intercorsi tra le parti. La configurabilità del reato di induzione indebita, e non di corruzione, sussiste quando sia esclusa la libertà di determinazione del privato, il quale si sia mosso per timore e non per mero calcolo utilitaristico. Inoltre, le dichiarazioni della persona offesa, concorrente nel reato di induzione indebita, possono trovare riscontro esterno anche in relazione ad altri episodi della medesima natura, purché vi siano ragioni idonee a suffragare tale giudizio, come l'identità dei protagonisti e l'inserirsi dei fatti in un rapporto intersoggettivo unico e continuativo. Infine, il falso ideologico in atto pubblico commesso dal pubblico ufficiale, consistente nell'attestare falsamente l'avvenuta ispezione di locali e il positivo esito della stessa, è strettamente connesso alla condotta di induzione indebita e ne costituisce una rilevante modalità esecutiva, non potendosi configurare come mero falso innocuo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. VILLONI Orlando - Presidente

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Relatore

Dott. DI NICOLA TRAVAGLINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Co.Br. nato a N il (Omissis)
avverso la sentenza del 12/19/2023 della Corte di appello di Brescia
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis)) Vigna;
sentite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto il rigetto del ricorso;
udito l'avvocato Fe. che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Brescia, in parziale riforma della se…

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