Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di opere edilizie realizzate senza il prescritto permesso di costruire in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico, afferma i seguenti principi di diritto: 1. La presentazione di una istanza di sanatoria delle opere abusive, anche se successiva all'adozione del provvedimento di demolizione, non comporta l'effetto sospensivo di tale provvedimento, in quanto il decorso del termine di 90 giorni previsto dall'art. 31, comma 3, del d.P.R. 380/2001 ha consolidato gli effetti dell'ordinanza di demolizione. 2. Le opere edilizie realizzate, per la loro consistenza e destinazione, non possono essere qualificate come "vano tecnico" o "opera pertinenziale", in quanto hanno una propria autonoma funzione e determinano una rilevante trasformazione edilizia e urbanistica, richiedendo pertanto il previo rilascio del permesso di costruire ai sensi dell'art. 10 del T.U. edilizia. 3. Anche qualora le opere fossero state realizzabili con DIA, in presenza di un vincolo paesaggistico sull'area, l'applicazione della sanzione demolitoria è comunque doverosa in assenza dell'autorizzazione paesaggistica, in quanto l'alterazione dell'aspetto esteriore del bene tutelato è di per sé sufficiente a giustificare l'esercizio del potere repressivo. 4. L'adozione del provvedimento di demolizione non richiede la previa comunicazione di avvio del procedimento, in quanto trattasi di un potere vincolato dell'amministrazione, rispetto al quale non si rende necessaria la partecipazione dei soggetti interessati. 5. La motivazione del provvedimento di demolizione, che ha evidenziato la natura non pertinenziale delle opere, la loro collocazione in area vincolata e l'assenza dei necessari titoli edilizi, risulta pienamente conforme ai requisiti di cui all'art. 3 della legge n. 241/1990.