Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16335 del 17 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:16335PEN

Massima

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Il reato di minaccia è un reato formale di pericolo, che si integra a prescindere dalla concreta lesione della libertà morale del soggetto passivo, essendo sufficiente che il male prospettato abbia astratta potenzialità di incutere timore nell'uomo comune, senza che rilevi la sensibilità effettivamente offesa nel caso concreto. La valutazione dell'idoneità della minaccia a realizzare tale finalità deve pertanto basarsi non sulla percezione psichica del soggetto passivo, bensì sulla possibile percezione dell'uomo medio, tenendo conto di circostanze come la reiterazione e la concomitanza di sinistre allusioni, che rendono logica ed aderente al fatto la valutazione del giudice di merito. La provocazione, inoltre, non costituisce esimente del reato di minaccia, essendo già stata valutata ai fini dell'assoluzione dal reato di ingiuria. Il giudice di legittimità non può riesaminare la valutazione della prova testimoniale, già adeguatamente espressa nella sentenza impugnata sulla base di fonti ritenute informate ed attendibili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiacomo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CO. AN. ;

avverso la Sentenza del Tribunale di Nola resa il 23.10.2008;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Dr. Gian Giacomo Sandrelli;

sentita la Requisitoria del Procuratore Generale nella persona del Cons. Dr. Giuseppe Febbraro, che ha concluso per la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

IN FATTO ED IN DIRITTO

Il Tribunale di Nola, quale giudice di appello, in data 23.1…

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