Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10756 del 14 marzo 2016

ECLI:IT:CASS:2016:10756PEN

Massima

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Il giornalista che pubblica dichiarazioni di un intervistato, di contenuto oggettivamente lesivo della reputazione altrui, non è necessariamente scriminato dall'esercizio del diritto di cronaca o di critica. Incombe infatti sul giornalista il dovere di verificare la veridicità delle circostanze e la continenza delle espressioni riferite, tenendo conto della qualità dei soggetti coinvolti, della materia in discussione e del contesto in cui le dichiarazioni sono rese. L'omissione di tali doverosi controlli, in assenza di urgenza o di particolare rilievo pubblico della notizia, comporta la responsabilità del giornalista per il reato di diffamazione a mezzo stampa, nonché la responsabilità civile del direttore responsabile per omesso controllo, essendo tale dovere di vigilanza non delegabile. La valutazione della sussistenza delle scriminanti del diritto di cronaca o di critica deve essere effettuata in concreto, sulla base di una motivazione adeguata e priva di vizi logici, senza che possano rilevare mere congetture o supposizioni in assenza di riscontri probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA R. - Consigliere

Dott. SCARLINI E. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinan - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 320/2014 CORTE APPELLO di PERUGIA, del 03/10/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 21/12/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCARLINI (OMISSIS) Vittorio Stanislao;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE (OMISSIS) che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per pres…

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