Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29505 del 20 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29505PEN

Massima

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Il diritto di critica politica non può essere invocato per giustificare l'uso di espressioni gravemente lesive della reputazione altrui, prive di fondamento oggettivo e di continenza nell'esposizione. L'attribuzione di condotte illecite, come il ricatto, deve essere sorretta da adeguata prova e non può essere considerata mera "esternazione colorita di un giudizio" tollerabile. Il limite della verità oggettiva e della continenza nell'esercizio del diritto di critica deve essere rispettato affinché tale diritto possa operare come causa di giustificazione dell'offesa alla reputazione. L'assenza di tali requisiti comporta l'integrazione del reato di diffamazione, non essendo sufficiente l'intento di mera "segnalazione" dell'attività politico-sociale della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) GR. RO. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 23/03/2006 CORTE APPELLO di ROMA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO RAFFAELLO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO GIOVANNI, che ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.

Udito il difensore della parte civile Avv. FER…

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