Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25611 del 27 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25611PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le espressioni offensive e ingiuriose, anche se pronunciate in un contesto di conflitto, possono integrare il reato di ingiuria qualora risultino chiaramente lesive del prestigio professionale, della dignità e del decoro della persona offesa. Inoltre, il tentativo di aggressione fisica, anche se non concretamente realizzato, può configurare il reato di minaccia, in particolare quando l'imputato irrompe con violenza nell'ufficio in cui la vittima si è rifugiata per sottrarsi al litigio. Infine, le lesioni personali, anche se non direttamente causate dalla condotta dell'imputato, possono essere a lui attribuibili ai sensi dell'art. 586 c.p. qualora siano conseguenza prevedibile e ragionevolmente evitabile della sua condotta violenta e aggressiva. Il giudice è pertanto tenuto a valutare attentamente tutti gli elementi fattuali e probatori per accertare la sussistenza di tali fattispecie delittuose, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche o contraddittorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

AL. FL. :

nei confronti di:

1) MO. AL. DO. FE. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2549/2010 TRIBUNALE di TIVOLI, del 25/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. Salzano Francesco, che chiede l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;

udito l'avv. Aliotta …

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