L'aggravante dell'ingente quantitativo di sostanza stupefacente, prevista dall'art. 80, comma 2, del D.P.R. n. 309/1990, richiede la presenza di un quantitativo oggettivamente straordinario, tale da superare con accento di eccezionalità le quantità solitamente trattate nell'ambiente di riferimento, con riguardo alla concentrazione pura della sostanza; pertanto, tale aggravante non può essere riconosciuta in presenza di quantitativi notevolmente inferiori ai valori considerati dalla giurisprudenza di legittimità come eccezionali, dovendosi in tal caso valutare la sussistenza di altre circostanze aggravanti o l'incidenza del quantitativo sulla determinazione della pena base ai sensi dell'art. 133 c.p. La graduazione della pena, anche rispetto agli aumenti ed alle diminuzioni previsti per le circostanze aggravanti ed attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale la esercita in aderenza ai principi enunciati negli artt. 132 e 133 c.p., sicché la censura che miri ad una nuova valutazione della congruità della pena è inammissibile in sede di legittimità.