Cassazione penale Sez. II sentenza n. 44657 del 24 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:44657PEN

Massima

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Il reato di estorsione continuata si configura quando l'agente, mediante minaccia, costringe la persona offesa a consegnare denaro o altre utilità, realizzando così un ingiusto profitto a proprio vantaggio e un correlativo danno economico per la vittima. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di porre in essere la condotta estorsiva, a prescindere dalla consapevolezza dell'illiceità del proprio agire. La valutazione della credibilità della persona offesa e della gravità delle minacce proferite rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità, salvo vizi logici o errori di diritto nella motivazione. Analogamente, il diniego delle circostanze attenuanti generiche è rimesso alla discrezionalità del giudice di merito, purché sorretta da motivazione immune da manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamill - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. ALMA Marco - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13 novembre 2014 della Corte di Appello di Ancona;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ALMA ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. STABILE Carmine, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso riportandosi al contenuto del ricorso del …

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