Il sequestro probatorio di beni ritenuti di pertinenza di un reato previsto dalla legge n. 401 del 1989, art. 4, è legittimo anche in assenza di una condanna definitiva, in quanto il giudice può disporre il sequestro di cose pertinenti al reato al fine di assicurarne la confisca, a prescindere dall'esito del processo penale. Il sequestro probatorio non richiede la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, essendo sufficiente il fumus commissi delicti, ovvero l'esistenza di elementi che facciano ritenere la pertinenza dei beni al reato. Inoltre, il sequestro probatorio può essere disposto anche in assenza di un procedimento penale in corso, purché vi siano sufficienti elementi per ritenere la pertinenza dei beni al reato. Tuttavia, il diritto di difesa dell'indagato deve essere adeguatamente tutelato, consentendogli di proporre riesame avverso il provvedimento di sequestro. Qualora l'indagato rinunci al ricorso per Cassazione, la Corte deve dichiarare l'inammissibilità del ricorso senza condannarlo alle spese, in quanto l'interesse all'impugnazione è venuto meno.