Il reato di corruzione elettorale di cui all'art. 86 del D.P.R. n. 570 del 1960 si configura quando vi sia un accordo (pactum sceleris) tra il candidato e il soggetto che promette o consegna utilità in cambio dell'espressione del voto o dell'attività di propaganda elettorale a favore del candidato. Tale accordo può essere provato anche attraverso una valutazione complessiva di elementi indiziari gravi, precisi e concordanti, senza necessità di una prova diretta, purché tali indizi siano idonei a fondare un ragionamento logico-deduttivo del giudice di merito. Rientra nella controprestazione illecita del sinallagma non solo l'espressione del voto, ma anche l'attività di propaganda elettorale svolta a favore del candidato. Il diniego delle attenuanti generiche, motivato con riferimento alla gravità del fatto e alle modalità della condotta, è immune da vizi logici censurabili in sede di legittimità, senza necessità di una puntuale valutazione di tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti.