Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1295 del 14 gennaio 2003

ECLI:IT:CASS:2003:1295PEN

Massima

Massima ufficiale
Alla stregua della nuova formulazione dell'art. 415 c.p.p., introdotta dall'art. 16, comma 1, della legge 16 dicembre 1999 n. 479, e, segnatamente, del comma 3 di detto articolo, il quale prescrive che si osservino, in quanto applicabili, le norme contenute nell'intero titolo nel quale la disposizione normativa in questione è inserita, deve ritenersi che anche nel caso di procedimento a carico di ignoti il pubblico ministero, qualora non presenti al giudice richiesta di archiviazione entro sei mesi dalla data della registrazione della notizia di reato, debba chiedere l'autorizzazione alla prosecuzione delle indagini e che il giudice per le indagini preliminari possa legittimamente negarla. (Nella specie per l'avvenuto raggiungimento, a seguito di precedenti proroghe, del termine di un anno e sei mesi).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE VI PENALE
composta dai signori magistrati:
((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - Consigliere
riuniti in camera di consiglio,
ha pronunciato la seguente:
SENTENZA
sul ricorso proposto dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani nel procedimento nei confronti di ignoti, avverso l'ordinanza del Gip del Tribunale della città del 28 giugno 2001;
udita la relazione fatta dal Consigliere dott. ((omissis));
letta la requisitoria scritta del Procuratore generale, che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. - Il Gip del Tribunale di Trapani, col provvedimento in epigrafe, ha negato l'autorizzazione al Pm alla prosecuzione delle indagini preliminari contro ignoti, in relazione al reato di cui all'art. 323 c.p., sui rilievi secondo cui: a) il termine era già stato prorogato…

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