Cassazione penale Sez. II sentenza n. 2736 del 18 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:2736PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274 c.p.p., lett. c), può essere desunto dai criteri stabiliti dall'art. 133 c.p., tra i quali rientrano la gravità e le modalità del fatto, nonché la personalità violenta dell'indagato, a prescindere dalla specifica tipologia di reato contestato. Pertanto, la valutazione del pericolo di reiterazione deve essere effettuata sulla base di elementi sintomatici della pericolosità dell'indagato, senza che assumano rilievo le presunte motivazioni soggettive che lo hanno indotto a commettere il reato, ove non adeguatamente provate e comunque inidonee a giustificare la condotta criminosa. L'ordinanza che dispone la misura cautelare della custodia in carcere deve essere adeguatamente motivata in relazione alla sussistenza delle esigenze cautelari, anche con riferimento all'impossibilità di applicare misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari, in ragione della mancanza di un domicilio idoneo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CARRELLI P.D.M. Roberto M - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avvocato (OMISSIS), quale difensore di (OMISSIS) (n. il (OMISSIS));

avverso l'ordinanza del Tribunale di Roma, in data 29/08/2012.

Sentita la relazione della causa fatta dal Consigliere Adriano Iasillo.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, dottor Enrico Delehaye, il quale ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con ordinanza del 10/08/2012, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di …

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