Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La rinuncia al regolamento preventivo di giurisdizione, proposto ai sensi dell'art. 41 c.p.c., è ammissibile anche dopo il deposito delle conclusioni del Pubblico Ministero, in applicazione della nuova disciplina di cui all'art. 390, comma 3, c.p.c., come sostituito dall'art. 3, comma 28, lett. m) del d.lgs. n. 149 del 2022, che ha esteso il termine finale per l'esercizio di tale facoltà fino all'udienza di trattazione, senza necessità di notifica alla controparte. Tale modifica normativa, volta alla semplificazione del rito, trova applicazione anche ai giudizi di cassazione introdotti con ricorso già notificato alla data del 1° gennaio 2023, per i quali non sia stata ancora fissata udienza o adunanza in camera di consiglio, in virtù della disciplina transitoria di cui all'art. 35, comma 6, del d.lgs. n. 149 del 2022, come emendato dalla legge n. 197 del 2022. Pertanto, la rinuncia al regolamento preventivo di giurisdizione, proposto avverso una controversia devoluta alla cognizione del giudice amministrativo, è ammissibile anche se depositata successivamente alle conclusioni del Pubblico Ministero, senza che ciò comporti l'applicazione della sanzione di cui all'art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. n. 115 del 2002, trattandosi di misura eccezionale e di stretta interpretazione, non applicabile al caso di specie.